Ispezione Careggi, quando diritti e attività medica finiscono al centro della campagna elettorale
I risultati della relazione sull'ispezione al centro per la disforia del Careggi sono arrivati. E, insieme a questi, anche qualche consapevolezza in più su un certo modus operandi
Una premessa: chiunque, in questi mesi, abbia seguito la questione dell’ispezione al centro per la disforia di genere del Careggi si è trovato di fronte a una enorme confusione. A seconda delle testate che il cittadino leggeva e delle giornate in cui le leggeva, a seconda delle dichiarazioni di questo o quell’altro politico, nella relazione sulla valutazione tecnica dell’adeguatezza delle cure fornite sembra esserci scritto tutto e il contrario di tutto.
Di quanto sta accadendo al Crig (Centro regionale per l’incongruenza di genere) del Careggi di Firenze ho già parlato negli scorsi mesi proprio per rimarcare il ritardo nella pubblicazione e nella ricezione del documento. Un documento che attesta i risultati dell’ispezione del lavoro con gli adolescenti trans predisposta, ricordiamolo, a seguito dell’interrogazione alla presidenza del Consiglio e al ministro della Salute da parte del capogruppo di Forza Italia al Senato Maurizio Gasparri.
I risultati sono stati resi noti per esteso solo negli ultimi giorni e anticipati in maniera impropria e del tutto strumentale – considerato quanto emerso – presso un banchetto di Forza Italia nel quartiere delle Cure di Firenze nel primo weekend di aprile, come riporta anche Repubblica. Proprio nell’ambito di quella iniziativa elettorale, Gasparri ha anticipato con toni sensazionalistici e a favore di stampa alcuni punti della relazione del ministero della Salute sul Careggi, leggendo la risposta che il ministro Schillaci ha dato dopo l’ispezione. Una risposta di tre pagine che evidenziava solo alcune delle questioni affrontate nella relazione.
Cosa è emerso dall’ispezione? Sicuramente non le enormi storture e le violazioni evidenziate dal politico in quota Forza Italia. Cosa c’è scritto, quindi, nella relazione sul Crig del Careggi? Vengono evidenziate undici azioni per migliorare l’operato del reparto. Rispetto al documento in questione, la Regione Toscana dovrà fornire un riscontro entro 30 giorni dalla ricezione. Entro 90 giorni, poi, andrà fatto il punto della situazione sullo stato di avanzamento delle azioni richieste.
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Centro disforia Careggi, le undici azioni per migliorarne l’operato
Sono in totale undici – come indica Ansa il 15 aprile 2024, giornata in cui si è riunita la commissione regionale sul caso Careggi – le azioni indicate nella relazione per migliorare l’operato del centro. Non sono emerse criticità o violazioni tali da impedire al centro di proseguire il proprio operato e, anzi, è stato richiesto che il personale venga aumentato così da riuscire a garantire un servizio migliore e con una maggiore frequenza degli incontri dal momento della presa in carico del paziente.
Tra le «azioni di miglioramento» descritte nella relazione del Misal figurano «l’assoluta necessità di produrre con urgenza procedure dettagliate per diagnosi e presa in carico dei soggetti con disforia di genere» andando a inserire «regolare valutazione del neuropsichiatra infantile in tutti gli adolescenti ai fini della prescrivibilità e rimborsabilità della triptorelina».
Emerge, come già accennato, la necessità di aumentare il personale affinché gli incontri con i pazienti presi in carico siano più frequenti (nella relazione, infatti, essi vengono valutati come troppo «distanziati»). «Occorre – si legge nel documento – potenziare il personale dedicato attraverso un aumento dell’organico con riferimento alla figura dello psicologo/psicoterapeuta». Come già evidenziato quando sono trapelate le prime indiscrezioni sulla relazione, per il ministero della Salute «è necessario prevedere che tutti i casi, senza eccezione, siano visitati dal neuropsichiatra infantile». Neuropsichiatra che Careggi provvederà a inserire direttamente nell’organico del Centro nonostante, è doveroso precisarlo, l’intervento di questa tipologia di professionista fosse già previsto (quello della Asl Centro in convenzione col Careggi).
Un’altra questione è quella relativa all’accuratezza nella trasmissione dei dati sul monitoraggio dei trattamenti con triptorelina ad Aifa. Le inadempienze verificatesi finora sarebbero frutto, in primis, di un’interpretazione errata da parte di Careggi di criteri poco chiari comunicati da Aifa. Oltre a questo, ci sarebbero stati anche di mezzo – come riferisce Open – degli errori di comunicazione: Careggi avrebbe inviato ad Aifa dati relativi a 20-30 pazienti trattati, un numero troppo basso rispetto a quello totale dei casi. È però emerso come l’ospedale, già nel corso dell’ispezione, avrebbe mostrato un numero ben più alto di pec inviate all’Agenzia, sembrerebbe a un indirizzo sbagliato. Dati che, mostrando massima collaborazione, Careggi avrebbe nuovamente inviato ad Aifa.
Tanto rumore per null... ah, no
Cosa rimane degli «elementi di criticità molto significativi» descritti nella risposta all’interrogazione parlamentare firmata da Schillaci? Quelli ampiamente sbandierati da Maurizio Gasparri, il quale ha letto la risposta del ministro alla sua interrogazione a favore di giornalisti, accanto a un gazebo per la campagna elettorale di Forza Italia. Tutto questo, come dichiarato dal presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, ancor prima che queste informazioni venissero rese note alla Regione Toscana. Tutto questo, evidentemente, ottenendo copertura sulla stampa e diversi articoli che hanno citato quei famosi «elementi di criticità molto significativi».
«È inquietante che su una materia così delicata vengano anticipati pubblicamente alcuni contenuti, con modalità da campagna elettorale, relativamente a una relazione ispettiva che non è stata ancora consegnata alla Regione Toscana», hanno affermato Giani e Simone Bezzini (assessore regionale al Diritto alla Salute). Nell’ambito della medesima dichiarazione è stato chiaramente specificato come i risultati della relazione non fossero ancora stati condivisi con la Regione quando Gasparri ha esposto i primi dati.
La risposta alla domanda fatta a inizio paragrafo, “cosa rimane di quegli «elementi di criticità molto significativi»”, è chiara: in sostanza, nulla. Il linguaggio tecnico degli ispettori – che trapela anche dalle porzioni di relazione citate in questo articolo – è diverso da quello sensazionalistico e strumentale dei politici.
Ciò che concretamente rimane è chiaro: gli articoli su quelle prime dichiarazioni di Gasparri, quelli sì, rimangono (per citarne un paio: «Sullo scandalo Careggi avevo ragione io»; «chi ha danneggiato i bambini ne dovrà rispondere»; «una vergogna in una città ed in una struttura sanitaria di nobilissime tradizioni con danni evidenti a bambini e famiglie»).
Le parole di Marco Stella, coordinatore regionale di Forza Italia in Toscana, rimangono: ha parlato del «più grave scandalo della sanità toscana» e chiesto le dimissioni dell’assessore Bezzini. L’indagine avviata dalla procura di Firenze rimane: la relazione deve essere valutata dai magistrati per eventuali profili penali, anche se da come si è espresso Gasparri l’esito sembrerebbe scontato («Questo è solo l’inizio perché questo scandalo avrà conseguenze anche di natura penale che competono la Procura che sta già indagando»).
«Una vergogna in una città ed in una struttura sanitaria di nobilissime tradizioni con danni evidenti a bambini e famiglie», ha detto appunto il politico, affermando una grande verità: i danni ai pazienti del Careggi e alle loro famiglie rimangono. Solo, non si tratta dei danni a cui allude lui. Basta leggere questo articolo di Repubblica in cui ci sono solo gli ultimi dei racconti delle famiglie che hanno dovuto subire lo stop delle attività del Crig Careggi (titolo: «Disforia di genere, l’ira delle madri dopo le critiche del ministero a Careggi: “In caso di stop mia figlia si uccide”»). E i danni ci sono stati anche per le persone maggiorenni che usufruiscono del servizio, che – come da testimonianza raccolta parlando della vicenda su gruppi dedicati alle persone transgender su Reddit – è stato bloccato.
Grande assente nella vicenda: la prudenza, la competenza e la capacità di esprimersi che dovrebbero essere garantite da chi sceglie di dare conto ai cittadini rispetto a tematiche tanto delicate.
Signore e signori, questa è la campagna elettorale
La domanda, a questo punto, sorge spontanea: il modo in cui è stata gestita e comunicata la questione del Crig Careggi non ha valicato forse un limite? Il servizio offerto a giovani e giovanissimi italiani e alle loro famiglie è stato dissezionato, sospendendo per mesi quelle cure con triptorelina (e non solo) che – come da testimonianze – in determinati contesti si sono rivelate salvavita. Il Crig Careggi si è chiuso in un silenzio stampa che «persiste essendo in corso valutazioni in merito a recenti notizie diffuse dai media su una possibile inchiesta giudiziaria sulle attività in oggetto», come riferito dall’ufficio stampa del Careggi.
Le necessità di una minoranza di persone sono state raccontate in maniera strumentale, le loro vite messe in pausa, e tutto questo perché? Semplicemente perché siamo in campagna elettorale e fare politica urlata e superficiale sulla pelle di determinate categorie può portare consenso. Ma ne vale davvero la pena?
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